LE PISTE DEI NAHARKI -40 Km / 957 D+

Le piste dei Naharki

Percorso di media difficoltà – Le piste dei Naharki sono un itinerario di montagna che si sviluppa, in gran parte, sui monti Sabini fino a circa 1000 metri di quota.

Dalla provinciale 3, dopo aver percorso circa un chilometro da Marmore, si sale verso Moggio, percorrendo una strada bianca. Una parte consistente del dislivello si supera proprio nei primi chilometri di questa salita. Solo negli ultimi metri, il fondo, presenta delle asperità, da superare a piedi, finché ci si immette sulla strada asfaltata che sale da Pie’di Moggio . Ancora un paio di chilometri e si arriva al fontanile ai piedi del paese e, da qui,  ricomincia nuovamente il fondo bianco.

Praticamente è da qui che le piste dei Naharki iniziano a mostrare il loro lato più autentico e primitivo. Nei primi due chilometri successivi si raggiunge la massima pendenza, fino alla faggeta del valico, da cui si comincia a scendere lungo l’altro versante. Poco prima di raggiungere i sottostanti “prati di Stroncone”si volta a destra e si attraversano i pascoli di alta quota e i boschi di castagni. Si continua fino ad arrivare in località Cimitelle per poi proseguire verso Miranda.

Scendendo verso Terni, dopo pochi chilometri, si volta a destra percorrendo una strada che passa sotto la macchia mediterranea, in località Rancio. Da qui si continua fino ad arrivare al bacino di carico della centrale di Galleto. Infine, ci si immette sulla provinciale 79 che attraversa l’abitato di Marmore e si ritorna a  Piediluco costeggiando nuovamente  la sponda destra del fiume Velino.

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Cosa c’è da vedere lungo le piste dei Naharki

Prima di tutto diciamo chi erano i Naharki cosi da capire il motivo per cui il percorso è stato chiamato con questo strano nome.

Si tratta di una popolazione che già tremila anni fa viveva sulle alture delle valli del Velino e del Nera, anticamente chiamato Nahar, da cui Naharki. Dediti soprattutto alla pastorizia, si spostavano con i loro greggi lungo i tratturi di montagna. Di stagione in stagione, lungo le piste della transumanza, migravano sempre più ad ovest, arrivando, secoli dopo, fin sopra i sette colli quando ormai, dalla loro etnia primitiva, era nato un nuovo popolo : i Sabini.

Piediluco e Marmore sono già inseriti in altri itinerari proposti in questo sito e, per il resto, di centri abitati lungo il percorso ce ne sono pochi.

Moggio è un piccolo paesino con meno di 20 residenti costruito da i reatini, lungo la strada per Greccio, a scopo difensivo. Domina, dall’alto, la valle del Velino, un tempo sommersa dalle acque di un antico lago. I ruderi di una fortezza sovrastano il paese e la chiesa di S. Eleuterio.

Miranda è un antico castello di poggio delimitato da mura ben conservate e si sviluppa in modo concentrico intorno alla chiesa e al mastio della rocca . Entrando all’interno del centro abitato, si può accedere a dei balconi da cui si può ammirare il panorama che si apre verso ovest sulla sottostante vallata ed in modo particolare sulla città di Terni e le sue acciaierie. Questa è stata edificata nel punto in cui la valle del Nera si allarga formando una conca delimitata a sud, dai monti Sabini e a Nord dalla propaggine meridionale dei monti Martani

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