VERSO I MONTI SIBILLINI

un tour ad in alta quota

Un escursione in bici sulle strade dell’Umbria d’alta quota, sui monti dove nasce il fiume Nera. Un passaggio alle pendici del Terminillo per arrivare fino ai piedi del Monte Vettore. Un’esperienza unica nel cuore della penisola dove si innalzano cime, tra le più alte degli Appennini.

Descrizione del percorso

Da Piediluco si sale verso Labro passando per il tracciato della “via di Francesco” ma solo se si è ben allenati, dato il notevole dislivello. Altrimenti si può percorrere la provinciale che, in questo tratto no è molto transitata. “Se vuoi vedere un paese medievale, Labro è il posto giusto. “Le sue strade raccontano secoli di storia, neanche i terremoti e le guerre hanno cambiato l’aspetto urbanistico” . Continuando fino a Morro si prende la statale che sale da Rieti e si continua per alcuni chilometri. Superato il cippo di confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie si arriva al valico di Torre Fuscello. Da qui, ai piedi del monte Tilia, si inizia a scendere verso Leonessa, lungo la vecchia strada ormai trasformata in percorso ciclopedonale. Già da qui si iniziano a vedere le cime dei Sibillini che verso nord delimitano l’altopiano che si estende fino ai piedi di Monteleone.

LEONESSA

Leonessa è una delle cittadine più belle degli Appennini che merita sicuramente di essere visitata. Continuando sulla regionale si entra di nuovo in Umbria arrivando ai piedi di Monteleone di Spoleto, antichissimo borgo che nel medioevo divenne avanguardia del ducato longobardo che gli diede il nome. Si procede così, lungo la valle del Corno, un torrente quasi sempre asciutto nei mesi estivi, che dalle pendici del Terminillo arriva fino al fiume Nera. Dopo aver percorso circa 24 chilometri si raggiunge Cascia

CASCIA

Rinomata meta di pellegrinaggio, Cascia con il suo santuario, viene a ricordarci come l’Umbria sia terra di santi e spiritualità. Arrivati a Serravalle, c’è una piccola stazione ferroviaria ormai dismessa che oggi ospita un centro rafting. Da questo punto, voltando a destra prima del ponte, si entra nell’ultimo tratto di una vecchia ferrovia e si continua fino ad arrivare a Norcia.

NORCIA

La città vi accoglierà subito con la sua bellezza! Già da lontano le mura che la circondano annunciano che al suo interno c’è un patrimonio inestimabile da proteggere che rende questo borgo il più suggestivo dell’intera area  della Valnerina. Città natale di San Benedetto, patrono d’Europa, è attraversata da  vie lungo le quali si affaccia una moltitudine di botteghe a testimonianza di un mestiere , anzi di un’arte antichissima, quella della lavorazione delle carni di maiale da cui si ricava una serie di prodotti prelibati, dal prosciutto (IGP) ai tanti tipi di salumi di diversa stagionatura. A catturarvi, tuttavia, sarà soprattutto l’inconfondibile odore del tartufo nero di Norcia. Qui c’è anche un birrificio di monaci benedettini provenienti dagli Stati Uniti che, dopo l’ultimo terremoto, sono ripartiti, dai primi mesi del 2019, con la produzione della loro birra , la Nursia, fatta secondo le antiche ricette dell’abbazia.

I MONTI SIBILLINI

Ormai mancano solo 30 chilometri alla meta ma l’ultimo tratto è piuttosto impegnativo, con un dislivello di 1000 metri e salite che possono arrivare ad una pendenza del 17%.  Il parco nazionale dei Monti Sibillini, merita comunque, di essere attraversato lentamente così da lasciarsi avvolgere dall’ atmosfera di questi luoghi incantati. La fatica della salita è presto alleviata, quando dall’alto, si può gettare un primo sguardo alla sottostante pianura di Santa Scolastica, l’altopiano su cui sorge Norcia, uno spettacolo che preannuncia quello ancora più affascinante e magico della piana di Castelluccio. Raggiunto il valico, infatti, si comincia a scendere verso l’immensa distesa di praterie sovrastate dalla mole imponente del monte Vettore e subito si capisce come questi luoghi abbiano ispirato, nei secoli, leggende di fate e cavalieri, di streghe e pastori di mondi sotterranei e di regine misteriose.